Il design del Maya è caratterizzato da una gobba superiore che raggiunge la sua massima altezza al centro del mouse e che si mantiene piuttosto “piatta” fino a discendere verso la parte anteriore e posteriore in maniera quasi speculare. Sul frontale i tasti principali sono alti e convessi, mentre sul lato posteriore la scocca si stringe verso il centro discendendo verso la parte finale, disegnando una forma che focalizza il contatto sul centro del palmo della mano. I fianchi si stringono diagonalmente verso la base e non prevedono rientranze ergonomiche particolarmente marcate. Progredendo verso il posteriore, la scocca si allarga poi simmetricamente su entrambi i lati della parte bassa per offrire adeguato supporto sulla parte iniziale del palmo della mano e al gruppo di muscoli del pollice. Tutte le scelte di design del Maya sembrano quindi puntare a massimizzare la versatilità della presa.
Il Maya è un mouse simmetrico per destrorsi con dimensioni compatte (119x62x38mm) ed un peso di soli 45 grammi. Al Maya si affianca Maya X, una variante dimensionale più grande (124x65x40mm) ma dal peso incredibilmente simile, pari a soli 47 grammi, e dotata dell’ultimo hardware disponibile sul mercato. Gli utenti con mani medie e piccole potranno quindi affidarsi al Maya, mentre quelli con mani medie e grandi troveranno più adatto il Maya X. Entrambe le varianti dimensionali sono adatte a tutte le principali prese.
Entrambi design simmetrici ed un’estetica apparentemente simile, Maya ed Atlantis Mini si differenziano però in alcuni punti fondamentali: su quest’ultimo la gobba superiore raggiunge la massima altezza più indietro sul lato posteriore e la scocca mantiene la sua larghezza durante la discesa verso la parte finale, garantendo supporto all’intera ampiezza della fascia centrale orizzontale del palmo della mano. Sul lato anteriore la scocca discende disegnando una linea piuttosto netta sui tasti principali, che risultano peraltro anche di poco più bassi rispetto a quelli alti e convessi del Maya. I fianchi di Atlantis Mini stringono verso la base e disegnano al centro una rientranza ergonomica piuttosto marcata che “forza” una presa più stretta e chiusa. La scocca si allarga poi in maniera consistente progredendo verso la parte posteriore, garantendo ampio supporto della parte iniziale del palmo della mano e del gruppo di muscoli del pollice. A differenza delle scelte di design intraprese per il Maya che puntano alla massima versatilità della presa, quelle della serie Atlantis sono invece pensate principalmente per le prese “Claw” e “Aggressive Claw”.
Il profilo del Maya ricorda inoltre quello dell’M8 Wireless di XTRFY, anche se il mouse della casa Svedese prevede tasti principali completamente diversi e risulta più stretto sui fianchi. Con le dovute differenze, le linee di Maya 4K e Maya X assomigliano anche a quelle del Logitech G Pro X Superlight: il Maya 4K potrebbe rappresentare una versione ridotta nelle misure, mentre il Maya X una vera e propria alternativa, pur non essendo un “clone” in alcun modo.