Ho utilizzato entrambe le varianti del mouse in tutte le mie attività giornaliere cercando di alternarli e dare loro il medesimo spazio. Com’era prevedibile – viste le caratteristiche pressoché identiche dei due modelli – non ho riscontrato nessuna differenza oggettiva sostanziale in termine di prestazioni. Ho poi preferito la variante Mini per via delle sue dimensioni inferiori che per la mia mano medio-piccola (18 x 9,5 cm) e la mia presa naturale Claw/Relaxed Claw lo hanno reso semplicemente perfetto. L’Atlantis Mini è quindi stato oggetto dei test approfonditi durati circa un mese, periodo che è servito a spodestare quello che era diventato il mio mouse principale, il mio apprezzatissimo Pulsar X2 Mini: le pronunciate rientranze laterali che “bloccano” la presa Claw sui fianchi del mouse ed i fantastici micro switch Huano si sono rivelati decisivi. Scenario diverso per l’Altantis OG dove, seppur una presa Claw sia possibile con mani medio-piccole come le mie, nel mio specifico caso non ho trovato un adeguato comfort a causa di una più ampia apertura della coppia anulare-mignolo rispetto al dito medio sul lato destro del mouse. Comoda invece la presa Palm su entrambe le varianti, soprattutto nell’Atlantis OG che meglio accoglie l’intera mano grazie alle maggiori dimensioni.
I grip adesivi intagliati su misura, vestono perfettamente le forme del mouse e sono realizzati in morbida pelle sintetica che utilizza rilievi strutturati per massimizzarne il grip e rendere l’aspetto estetico unico nel suo genere. Lo spessore di 0.6 millimetri aggiunge parecchio volume alla scocca del mouse senza però incidere troppo sul peso: il kit completo fa salire il peso del mouse di poco più di 2 grammi. Di ottima qualità anche l’adesivo fornito dall’americana 3M in grado di consentire molteplici applicazioni senza perdere il potere adesivo o lasciare residui sulle superfici. Si tratta di un accessorio dall’uso decisamente soggettivo: personalmente non ne ho mai sentito la necessità per merito delle ottime finiture delle superfici di entrambe le varianti – specialmente quella con effetto gesso della colorazione nera – in grado di garantire un ottimo grip per la mia mano con poca sudorazione.
I test d’uso reale si sono svolti con il mouse a 1150 CPI, configurazione che utilizzo in combinazione ad una sensibilità in gioco particolarmente ridotta. L’obiettivo è quello di ottenere una maggiore velocità su sistema operativo per un agevole movimento del puntatore sui tre monitor della nostra postazione di test e di sfruttare la maggiore precisione di tracking offerta da un livello di CPI più alto rispetto ai canonici 800. La configurazione comprende oltre al Motion Sync (sempre abilitato), la disattivazione del Ripple Control e dell’Angle Snapping, un Debounce Time di 1 millisecondo. Infine è stato utilizzato il firmware “performance mode” che prevede l’attivazione dell’Auto sleep dopo 20 secondi di inattività.
Anche per gli Atlantis ho scelto come campo di prova Overwatch 2 ed Escape From Tarkov, due titoli con uno stile di gioco estremamente differente alle quali prove entrambi i mouse hanno dato riscontri estremamente convincenti. Venendo dalle straordinarie prestazioni del Pulsar X2 Mini, non ho potuto notare nette differenze prestazionali oggettive: tracciatura sempre precisa, nessun lag o ritardo percettibile ad occhio nudo, nessun doppio click ed uno scorrimento veloce e consistente grazie a piedini in PTFE di eccellente qualità. Le mie performance di gioco sono quindi migliorate esclusivamente per la forma dell’Atlantis Mini che meglio si è adattata alla mia personale esperienza d’uso.
I test sintetici hanno confermato le impressioni positive ottenute dall’uso pratico, dimostrando un’eccellente stabilità del Polling Rate a 1000Hz nonché una tracciatura consistente e priva di distorsioni. La Lift-off distance viene modificata in maniera coerente rispetto a quanto indicato dai due livelli predefiniti disponibili nel software: quando configurata ad 1mm il sensore non registra il movimento già all’altezza di 1 DVD (~1,2mm), mentre se configurata a 2mm il mouse non registra il movimento all’altezza di 2 DVD (~2.39mm) ma soltanto all’altezza di 1 DVD (~1,2mm). Seppur con la nostra strumentazione non ci è ancora possibile misurare la Click Latency, abbiamo configurato il Debounce Time ad 1 millisecondo in modo da limitarlo quanto più possibile senza riscontrare alcun doppio click, merito dei fantastici micro switch Huano corpo trasparente/pin rosa, a mio parere tra i migliori per affidabilità e feedback meccanico.
Gli Atlantis integrano una batteria agli Ioni di Litio da 300mAh che ci ha fatto registrare una media di 36 ore di uso misto lavoro/produttività/gaming utilizzando il firmware per le prestazioni massime (0340) che prevede l’autosleep dopo 20 secondi di inattività. La durata della batteria è in linea con altri prodotti che implementano lo stesso sensore e la stessa MCU. Soltanto indicativo il livello di carica residua disponibile nel software: ci ha fatto registrare risultati discordanti nei diversi cicli di carica e scarica ai quali è stato sottoposto il prodotto. Il mouse implementa una “modalità risparmio energia” che si limita a forzare l’autosleep dopo 5 secondi di inattività una volta raggiunto il 15% di carica residua e la cui attivazione è segnalata con il fastidiosissimo lampeggiamento del led superiore in colorazione rossa. Lo stesso lampeggerà in colorazione rosa ad indicare lo stato di carica in corso per poi passare alla colorazione fissa azzurra una volta raggiunto il livello massimo. La ricarica ha richiesto poco meno di un’ora e mezza senza l’uso contemporaneo del mouse ed è stata eseguita utilizzando una porta USB del nostro computer con un assorbimento di 0.25A (1.25W) ed una ricarica totale di circa 323mAh.