Tastiere Hall Effect, come funzionano?
Mentre le tastiere meccaniche utilizzano switch con contatti elettrici interni in grado di chiudere o aprire un circuito per determinare l’attivazione del relativo tasto, quelle “Hall Effect” ne utilizzano un nuovo tipo dotato di magnete alla base del perno e sfruttano appunto l’Effetto Hall, scoperto nel 1879 dal fisico Edwin Hall. In queste tastiere, la PCB implementa un sensore effetto Hall posizionato sotto ognuno degli switch per rilevarne il campo magnetico, la direzione ed intensità, senza necessità di contatto fisico. Semplificando l’aspetto fisico-scientifico e concentrandoci sulle tastiere, il sensore effetto Hall è quindi in grado di trasformare il movimento perpendicolare del magnete alla base del perno dello switch in segnale elettrico, rilevando anche le minime alterazioni di escursione. Grazie al suo firmware, la tastiera sarà poi in grado di interpretare tali variazioni per determinare tutta una serie di funzionalità, da quelle base come il semplice input di un tasto a quelle più complesse come ad esempio il Rapid Trigger o il Dynamic Keystroke (DKS).
La MGA-68 offre tutte le principali funzionalità nate con l’implementazione della tecnologia Hall Effect nelle tastiere. La più importante e che permette poi la corretta configurazione anche di altre funzioni più complesse, è proprio la possibilità di regolare liberamente la distanza di attuazione e reset dell’input di ogni singolo tasto tramite software. La sensibilità di rilevazione della distanza è di soli 0.01 millimetri, con valori negli switch Hejin possono variare da 0.1 a 3.7 millimetri. Raijintek implementa poi il Rapid Trigger, SOCD e Rappy Snappy, DKS, Mod Tap, ma anche funzionalità di secondaria importanza come il Double Click ed il Toggle Switch.
La MGA-68 è anzitutto dotata di 24 combinazione preimpostate grazie al tasto FN, segnalate direttamente da legende sui keycaps. Le funzionalità vanno dai tasti funzione F1-F12 – non fisicamente presenti nel formato 65% – ad altre che permettono di bloccare il tasto Windows, passare al layout Mac o Windows, il controllo della retroilluminazione, il reset alle impostazioni di fabbrica e persino il ciclo di tre soglie predefinite di attivazione degli switch (0.5, 1.0 e 1.5 millimetri).
Il software di gestione Axion arrivato soltanto alla versione 1.0.0.3 (scaricabile a questo indirizzo) occupa 62MB di spazio sul disco e 40MB di memoria quando in esecuzione. Tutte le modifiche apportate al prodotto vengono salvate nella sua memoria interna, soluzione che permette quindi di utilizzare il software solo quando necessario. L’interfaccia è semplice e abbastanza intuitiva, anche se alcune funzionalità ed indicazioni possono ancora essere migliorate. Durante i nostri test abbiamo riscontrato anche qualche piccolo bug che ci ha costretto a ripetere alcune impostazioni. Siamo comunque ancora alle prime versioni del software e siamo sicuri che tutto verrà perfezionato con le prossime release. Axion è disponibile anche in lingua Italiana, ma per una maggiore consistenza nella traduzione abbiamo preferito utilizzarlo e mostrarvelo in lingua Inglese.
Nella parte alta dell’interfaccia troviamo subito due impostazioni accessibili da tutte le schede. Se quella per la selezione del Polling Rate è chiaramente indicata, non è lo stesso per l’altra, dove le uniche informazioni indicate sono “High”, “Medium” e “Low”. Purtroppo non abbiamo trovato nessuna informazione a riguardo, ne sul sito Raijintek ne sul manuale di istruzioni.
Nella prima scheda “Remap” è possibile selezionare un layout predefinito e personalizzare la funzionalità di ogni singolo tasto scegliendo tra quelle disponibili. Sarà inoltre possibile configurare fino a due livelli di combinazioni di tasti: “FN Layer 1” – che è quello che dove sono già configurate le 24 combinazioni di tasti predefinite – ed “FN Layer 2”. Mentre per il primo è previsto un tasto fisico dedicato nella tastiera (il tasto FN a destra della barra spaziatrice con funzione “FN1”), per accedere alle combinazioni di tasti assegnate al livello “FN Layer 2” bisognerà invece prima assegnare la funzione “FN2” ad un altro tasto a scelta almeno nel livello “Main”.
La scheda “Performance” è quella più complessa ed importante. Si ha innanzitutto la possibilità di scegliere la tipologia si switch magnetici installati su ogni tasto, funzionalità ancora poco utile dal momento che vengono implementati soltanto i Raijintek Hejin. Presente anche un feedback visivo della pressione degli switch in tempo reale, estremamente comodo in fase di configurazione del punto di attuazione e reset. Disponibile infine anche lo strumento di ricalibrazione automatica degli switch, utile non solo a mantenere alta la precisione di rilevamento in seguito allo smontaggio e rimontaggio di uno switch, ma anche nel caso si vogliano sostituire gli switch con altri di pari tecnologia ma con caratteristiche leggermente diverse da quelli in dotazione.
Nella stessa scheda è inoltre possibile scegliere uno dei tre profili di attuazione predefiniti: “Default Mode” e “Game Mode” prevendono Rapid Trigger a 0.10 millimetri per la massima reattività ed un punto di attuazione/reset rispettivamente di 1.50 millimetri e 1.00 millimetro; il profillo “Traditional input mode” simula invece il comportamento degli switch meccanici tradizionali, con un punto di attuazione e reset fisso a 1.80 millimetri e senza l’utilizzo del Rapid Trigger. I profili possono essere utilizzati come base iniziale di partenza per una configurazione poi più accurata.
La personalizzazione può poi essere regolata in maniera avanzata configurando “zone morte” e separando la sensibilità di attivazione e reset dell’input in modalità Rapid Trigger.
Nella schermata “Advanced Keys” sarà invece possibile configurare e testare cinque delle più importanti funzionalità implementate anche grazie all’utilizzo di switch magnetici: DKS (Dynamic Keystroke) permette di assegnare fino a quattro azioni per tasto sfruttando quattro soglie di pressione e rilascio del tasto; MT (Mod-Tap) permette invece di assegnare ad un tasto un’azione quando viene tenuto premuto ed un’altra alla singola pressione; TGL (Toggle) per attivare o disattivare l’azionamento continuo di una funzionalità; RS (Rappy Snappy) ed SOCD (Simultaneous Opposing Cardinal Directions) le quali permettono di evitare la sovrapposizione dell’input di due tasti quando premuti contemporaneamente: mentre con Rappy Snappy la priorità viene data sempre al tasto che è premuto più a fondo, con SOCD invece è configurabile in quattro modalità differenti: priorità all’ultimo input (la più comune), priorità assoluta al tasto 1 o 2, neutrale.
La scheda “Macro” permette la gestione delle 10 macro pre-esistenti. Le azioni possono essere inserite singolarmente manualmente o registrate tutte insieme. Per una maggiore precisione è anche possibile modificare successivamente le singole azioni ed i ritardi tra di esse. Non è invece possibile rinominarle in modo da riconoscerle in maniera immediata e non è prevista l’esportazione o l’importazione.
La scheda “Light” è quella dedicata alla personalizzazione della retroilluminazione, con la possibilità di scegliere fra 23 effetti di luce preimpostati o realizzare una combinazione personale scegliendo l’opzione “Custom Light”. In questo caso si avrà la possibilità di selezionare un colore per ogni tasto in maniera indipendente. Esistono inoltre sei profili colore preimpostati di esempio dai quali poter partire.
L’ultima scheda “Config” è quella dedicata alle impostazioni dell’applicazione stessa, come la lingua (Inglese, Italiano, Tedesco, Cinese), se avviare l’app contestualmente all’avvio del sistema e cosa fare quando si clicca sulla “X” di chiusura dell’interfaccia. Sul lato sinistro inoltre è possibile visionare le versioni correnti del software e del firmware della tastiera, sebbene manchi poi ancora la possibilità di effettuare il vero e proprio aggiornamento.