Il Thorn ci ha convinti dal primo momento che lo abbiamo provato per la qualità dell’assemblaggio e della solidità strutturale generale, aspetti che seguono gli stessi principi adottati nella famiglia Atlantis. Ottima la costruzione dei tasti principali, privi di oscillazioni orizzontali o di livelli di pre-travel o post-travel tali da comprometterne l’usabilità. Convincente anche l’implementazione dei microswitch ottici Raesha, reattivi e precisi, sebbene caratterizzati da una forza di attivazione ed una tattilità bassa, aspetto però che può comunque rientrare nelle preferenze soggettive di ogni utente. I microswitch sono inoltre esenti da slam clicks (problematica invece riscontrata in altri prodotti che usano i microswitch Raesha) anche con Debounce Time impostato a 0 millisecondi, ciò permette latenze operative complessive molto basse. La rotella di scroll seppur poco sporgente e un pò dura da premere, offre una durezza di rotazione media ed un’altissima tattilità degli scatti, caratteristiche ideali per garantire precisione di attivazione sia per la produttività che nel gaming. Ottimi anche i tasti laterali, grandi e facili da raggiungere, offrono un click con un feedback preciso e consistente su tutta la loro superficie.
Il Thorn è un mouse di medie dimensioni ma che può risultare comunque un pò grande agli utenti con mani piccole o medie per una presa dell’emisfero “Claw”. Con le mie mani medie (18 x 9.5 cm) ad esempio, ho avuto qualche difficoltà a giocare ad alta intensità con la mia presa abituale ibrida Claw/Palm (o Relaxed Claw), poiché nonostante l’eccezionale finitura che garantisce un buon grip, avevo sempre l’impressione di “perdere il mouse dalla mano”. Differente invece la sensazione con una presa di tipo Palm, che ho potuto sfruttare con grande comfort su giochi meno frenetici e nelle ore di produttività.
Nonostante abbiano aumentato di poco il volume del mouse, i grip adesivi forniti in confezione mi hanno però permesso di bloccare in maniera più efficace la mia mano sul mouse e di utilizzarlo con la presa ibrida Claw/Palm anche nelle sessioni più frenetiche di Escape From Tarkov Arena nella modalità “Lasthero”, un tutti-contro-tutti veloce e feroce. Sebbene la qualità dei grip adesivi in dotazione ai mouse Lamzu non sia quella dei prodotti aftermarket di punta, questi convincono per morbidezza e potere di grip, e grazie al loro adesivo di alta qualità sarà possibile rimuoverli senza lasciare residui e riapplicarli saldamente diverse volte.
La variante “4K Compatible” del Thorn è dotata del ricevitore standard 1K e per sbloccare le massime prestazioni, Lamzu ci ha fornito anche il dongle 4K nella sua confezione di vendita singola nella variante “Atlantis”, decorata con una grafica di un tridente d’oro su un mare in tempesta. Il dongle 4K ha un costo di circa 17 euro ed è compatibile sia con il Thorn che con la seconda generazione dell’Atlantis. La confezione è semplice ma accattivante ed in grado di proteggere adeguatamente il prodotto anche durante i viaggi più lunghi. L’associazione del dongle 4K al Thorn avviene tramite il software di gestione in pochissimi secondi e senza la necessità di collegare un secondo mouse di supporto, operazione veramente facile e veloce.
Il mouse viene testato con una risoluzione di 1200 CPI, configurazione che utilizziamo in combinazione ad una sensibilità in gioco ridotta. L’obiettivo è quello di ottenere una maggiore velocità su sistema operativo per un agevole movimento del puntatore sui tre monitor della nostra postazione di test e di sfruttare la maggiore precisione di tracking offerta da un livello di CPI più alto rispetto ai canonici 800.
La configurazione del mouse comprende inoltre: Polling Rate a 1000Hz, 2000Hz e 4000Hz con ricevitore 4K, Motion Sync abilitato, Lift-Off Distance ad 1mm, disattivazione del Ripple Control e dell’Angle Snapping, Debounce Time a 0 millisecondi, Peak performance a 30 secondi e luminosità del LED laterale impostata al 50% con effetto statico di colore viola.
Il Thorn ci ha assicurato una connessione stabile e senza ritardi con una tracciatura sempre impeccabile, esattamente come l’Atlantis 4K con il quale condivide la quasi totalità delle componenti, eccetto per i microswitch dei tasti principali. Sebbene gli ottici Raesha del Thorn garantiscano una click latency complessivamente inferiore e siano in teoria meno soggetti a sviluppare doppi click sul lungo termine, non riescono a nostro avviso ad offrire la stessa qualità di click degli Huano corpo trasparente/pin rosa (80M, 64g) dell’Atlantis 4K. Le prestazioni con Polling Rate a 2000Hz e 4000Hz sono stabili e convincenti, anche se come sappiamo serve un sistema di fascia altissima ed un monitor con frequenza di aggiornamento superiore ai 360Hz per trarre tutti i vantaggi di questa tecnologia e compensare il calo di FPS dovuto ad un maggiore uso di risorse di sistema. L’autonomia è inoltre spietatamente condizionata dalla frequenza di Polling: nei nostri test abbiamo raggiunto circa 88 ore di uso reale a 1000Hz, circa 37 ore a 2000Hz e circa 31 ore a 4000Hz. La ricarica completa della batteria agli Ioni di litio impiega poco più di un’ora segnando una capacità intorno ai 250mAh. Collegando il mouse per la ricarica tramite il cavo USB-C in dotazione (alimentazione+data) si attiva automaticamente la “modalità cablata”: questa disattiva il ricevitore wireless ed imposta forzatamente il Polling Rate alla massima frequenza disponibile senza il dongle, ovvero 1000Hz. Come già accaduto con altri mouse 4K, abbiamo quindi scelto di utilizzare 2000Hz di Polling Rate per l’uso quotidiano, in modo da bilanciare durata della batteria e prestazioni. La differenza di qualità della tracciatura e del jitter del puntatore sullo schermo con Polling Rate a 2000Hz o 4000Hz, non sarebbero comunque palesemente visibili sul nostro sistema (Ryzen 9 7900X, 64GB ram, RTX 4070 Super, LG 27GR75Q), limitato – per così dire – da un monitor con una frequenza di aggiornamento di “soli” 165Hz. Grazie alle molteplici opzioni di personalizzazione e di bilanciamento delle prestazioni offerte dal software è comunque possibile creare un profilo che offra le massime prestazioni per il gaming ed uno che invece favorisca l’autonomina per l’uso produttività e navigazione ed alternarli al bisogno. Un vero peccato che nel software non esista un’assegnazione predefinita che permetta il ciclo dei profili così come avviene per le soglie CPI, sarebbe stato perfetto per il tasto alla base del mouse.