Il software di gestione è lo stesso utilizzato per l’Atlantis 4K. Arrivato alla versione 1.4.0.4, occupa adesso circa 18MB di spazio sul disco e circa 60MB di memoria ram quando in esecuzione, requisiti notevolmente aumentati rispetto alla versione che provammo con l’Atlantis 4K, ma che restano ancora comunque di basso impatto per il sistema.
Dalla prima scheda sarà innanzitutto possibile scegliere uno dei quattro profili salvati nella memoria del dispositivo sulla quale effettuare le modifiche. Ognuno di questi può essere ripristinato, esportato ed importato mediante file con estensione .bin generato dallo stesso software. La scheda offre poi la personalizzazione dei sei tasti del mouse – compreso quello alla base – ai quali è possibile assegnare diverse funzionalità tra quelle disponibili. Trova spazio anche la regolazione del Debounce Time dei tasti principali il cui valore preimpostato è di ben 8 millisecondi, ma che consigliamo di scalarlo al minimo possibile per sfruttare al massimo i vantaggi della bassissima latenza dei microswitch ottici.
Nella seconda scheda sono disponibili tutte le principali impostazioni che contano per il gaming: la personalizzazione di fino a cinque soglie DPI con valori di risoluzione da 50 a 26000 CPI ad incrementi di 50 unità, continuando con la scelta del Polling Rate da 125Hz fino 1000Hz con il dongle incluso oppure 2000Hz o 4000Hz con il dongle dedicato. Disponibili inoltre anche le impostazioni della Lift-Off Distance, Ripple Control, Angle Snapping e Motion Sync, quest’ultimo di base sempre abilitato. Quando in modalità wireless e con Polling Rate impostato fino a 1000Hz, il sensore può essere impostato in modalità “Low Power” (LP) o “High Power” (HP), soluzioni che permettono rispettivamente di risparmiare batteria o fornire le massime prestazioni. La modalità “Corded” è invece quella predefinita quando si collega il mouse per la ricarica e blocca il Polling Rate a massimo 1000Hz a prescindere dal ricevitore adottato. La funzione “Peak Performance” (Prestazioni di punta) permette invece di regolare l’attivazione di quella che normalmente viene definita “Sleep Mode”, ovvero per quanto tempo il sensore deve garantire le massime performance dopo l’ultimo movimento registrato. Anche questa è un’opzione pensata per il bilanciamento dell’autonomia del prodotto. La scheda include infine anche una piccola sezione dedicata alla gestione dell’illuminazione del LED laterale, per il quale sono stati predisposti due effetti di luce – fisso ed effetto respiro – e la possibilità di regolarne l’intensità luminosa o di spegnerlo del tutto.
La terza scheda è invece dedicata alla gestione delle Macro, create tramite registrazione diretta degli eventi o inserimento manuale dei singoli eventi. Sono disponibili diverse modalità di attivazione: ripetizione un numero definito di volte oppure continua alla pressione o al rilascio. Le macro così create vengono conservate nell’applicazione e solo una volta associate ad un tasto vengono anche trasferite nella memoria del dispositivo per averle sempre disponibili anche in assenza del software. Le macro possono inoltre essere esportare (click tasto destro sulla macro) o importate (click tasto destro nella colonna della lista macro) mediante file con estensione .txt.
L’ultima scheda è dedicata alle impostazioni dell’applicazione stessa e all’aggiornamento dei firmware del mouse e del ricevitore. L’applicazione integra inoltre lo strumento di accoppiamento mouse-ricevitore, utilizzabile anche da tastiera per evitare di dover connettere necessariamente un altro mouse per utilizzare l’interfaccia. Oltre alle opzioni secondarie, come la possibilità di avviare l’applicazione al caricamento del sistema operativo e alle sue impostazioni del puntatore, per il Thorn è stata inserita l’opzione “Long Distance” (lunga distanza) pensata per risolvere eventuali problematiche di interferenze nel segnale wireless a costo però di un maggiore dispendio energetico del mouse.