Prima di addentrarci nelle nostri sessioni di prova sul campo con relativo conteggio dei minuti d’uso reale, è stato necessario configurare il dispositivo mediante il software, operazione che consigliamo di fare subito poiché il mouse arriva di fabbrica con dei settaggi che prediligono la durata della batteria sulle prestazioni: si troveranno Debounce Time di 12 ms, Polling Rate a 500Hz ed una Lift-Off Distance di 2 mm, parametri ottimi per un uso ufficio ma poco adatti al gaming. Inoltre i piedini del mouse sono protetti da una pellicola trasparente da rimuovere prima dell’uso, operazione assolutamente fondamentale.
I test d’uso reale si sono svolti con il mouse a 1200 CPI, configurazione che utilizzo in combinazione ad una sensibilità in gioco particolarmente ridotta. L’obiettivo è quello di ottenere una maggiore velocità su sistema operativo per un agevole movimento del puntatore sui tre monitor della nostra postazione di test e di sfruttare la maggiore precisione di tracking offerta da un livello di CPI più alto rispetto ai canonici 800. La configurazione del mouse comprende Polling Rate a 1000Hz, Lift-Off Distance ad 1mm, disattivazione del Ripple Control e dell’Angle Snapping, e Debounce Time di 2 millisecondi.
Ho scelto Overwatch 2 e Counter Strike 2, due giochi particolarmente differenti e per questo ed ideali per studiare il comportamento del prodotto su scenari opposti. Oltre 10 giorni di utilizzo giornaliero hanno confermato le sensazioni iniziali: sono riuscito ad apprezzare il mouse con una presa di tipo Palm, la migliore a mio modo di vedere per la dimensione delle mie mani (18 x 9.5 cm). Nonostante sia abituato ad alternare mouse in versione “Mini” come il Pulsar X2 Mini ed il Lamzu Atlantis Mini 4K con una presa Relaxed Claw, sono riuscito a cavarmela su Overwatch 2 utilizzando eroi con uno stile di gioco che predilige il tracking degli obiettivi rispetto alla precisione assoluta ed accuratezza della mira. Su Counter Strike 2 d’altro canto, ho invece trovato particolare difficoltà nella mira diretta e nei Flick Shots, ma anche nei micro-aggiustamenti e nei riposizionamenti repentini del mouse durante i cambi di posizione maggiormente complessi. Ciò non è da imputare alle prestazioni tecniche del GEM Plus Wireless che si è comportato in maniera egregia, ma piuttosto alla dimensione del mouse e ai suoi fianchi laterali che – per le mie mani con poca sudorazione – risultano particolarmente scivolosi. Quest’ultima problematica ho potuto risolverla con l’applicazione di alcuni grip adesivi aftermarket, che però come effetto collaterale hanno purtroppo aumentato ulteriormente le dimensioni del mouse rendendolo ancora più grande per le mie mani e di conseguenza anche meno confortevole. Ciò che ho invece apprezzato moltissimo è l’implementazione degli switch Kailh GM 8.0 nei tasti principali, sempre precisi e reattivi ad ogni click ed estremamente comodi grazie alle loro scanalature ergonomiche centrali. Ottima la rotella, sebbene un pò rumorosa e per i miei gusti con una rotazione troppo leggera per un uso gaming. Il GEM Plus Wireless ha assicurato una tracciatura sempre precisa ed una connessione wireless impeccabile. Buono infine lo scorrimento sul mousepad grazie a piedini in PTFE di buona qualità, seppur non presentino un perimetro smussato e sui tappetini più morbidi è bastata una leggera pressione verticale per rallentarne la velocità di glide. I migliori risultati li ho infatti ottenuti sul tappetino in vetro alluminosilicato Pulsar Superglide grazie alla rigidezza della superficie di scorrimento.
Per quanto riguarda la durata della batteria abbiamo eseguito tre sessioni di rilevazione d’uso reale: nella prima con i LED al 100% della luminosità abbiamo registrato circa 7 ore; nella seconda con i LED al 50% della luminosità siamo arrivati a circa 11 ore; l’ultima sessione con i LED spenti ci ha permesso di ottenere quasi otto volte l’autonomia registrata con i led al 50%, arrivando a circa 87 ore di uso misto produttività e gaming. Questi risultati mettono nettamente in luce quello che è il peso dell’illuminazione sulla compatta batteria integrata agli Ioni di Litio da 300mAh. Risulta quindi particolarmente comodo il selettore della modalità “no-led” direttamente sul fondo del mouse stesso, permettendo di accendere l’illuminazione al bisogno, ad esempio soltanto nelle ore serali. La ricarica della batteria è durata circa un’ora e mezza tramite una porta USB 3.0 della scheda madre con un assorbimento di 0.25A ed una ricarica totale di circa 350mAh. Per quanto riguarda l’ottimizzazione dell’autonomia, il GEM Plus entra in modalità Sleep Mode dopo tre minuti di inattività, basterà muovere il mouse per riattivarlo immediatamente. Qualora il mouse restasse fermo per più di dieci minuti, viene invece attivata una sorta di Sleep Mode avanzata che prevede il totale spegnimento del mouse; in questo caso per la riattivazione non basterà un movimento ma sarà necessario cliccare uno dei pulsanti. Un ultimo marginale dettaglio che ho notato durante le mie sessioni di test riguarda il LED della rotella, utilizzato anche per segnalare lo stato di carica della batteria tramite diversi colori. Funzionalità estremamente comoda se non fosse che l’intensità luminosa massima e l’effetto lampeggiante continuo durante tutti gli stati – da quello di “Batteria in fase di scaricamento” (LED rosso) a quello di “Carica completata” (LED verde) passando per “Batteria in carica” (LED blu) – risulta estremamente fastidioso e per me una pesante distrazione.